La voix des Autres
di Fatima Kaci
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
(Francia, 30’) Con una regia impeccabile e ottime interpretazioni, La voix des autres si distingue per la sua profonda riflessione sul tema dell’accoglienza. Il sapiente uso delle voci, che intreccia arabo, francese e inglese, insieme a messaggi registrati, dà vita a un’esperienza cinematografica coinvolgente e offre uno sguardo autentico sulle complesse dinamiche burocratiche e psicologiche che caratterizzano l’atto stesso di accogliere gli altri. È un’opera che va oltre la retorica, offrendo una narrazione intensa che merita il riconoscimento più alto in questo festival.
Scenes with my father
di Biserka Suran
MIGLIOR DOCUMENTARIO
(Paesi Bassi, 45’) Attraverso un viaggio “fittizio”, messo in scena per una rappresentazione, un padre e una figlia ripercorrono le tante fratture – migrazione, sradicamenti, silenzi e solitudini – che hanno segnato le loro vite: il viaggio vero, che rivela il passato, cura il presente e apre una possibilità di futuro, è quello delle relazioni. Al servizio di questo assunto, che investe tanto l’avventura esistenziale quanto il cinema, un dispositivo formale coerente e raffinato.
Spring roll dream
di Mai Vu
MENZIONE SPECIALE UNIBG
(Regno Unito, 9’ 19’’) Tra i cortometraggi visionati e commentati dalla giuria, questo è stato ritenuto il più efficace e originale nell’imprimere sullo schermo i valori di una cultura inclusiva attenta alle diversità. L’utilizzo interessante e non scontato del linguaggio dell’animazione tramite stop-motion estende la diffusione del messaggio anche ad un pubblico più giovane. Un messaggio chiaro ma non banale che tocca le corde della differenza (e dunque anche dell’identità) di culture e tra generazioni diverse. Differenze che, tuttavia, che alla fine trovano una loro autentica conciliazione.
Sur la tombe de mon père
di Jawahine Zentar
MENZIONE SPECIALE BASSO SEBINO
(Francia, 23’ 58’’) Per avere legato in maniera empaticamente profonda i sentimenti della protagonista con quelli dello spettatore, puntando sulla complessità dell’incontro tra la tradizione e il desiderio di rinnovamento che accompagna le nuove generazioni, da sempre e in ogni luogo.
Sur la tombe de mon père
di Jawahine Zentar
HOT CORN AWARD per la miglior interpretazione a Yasmine Kéfil
Il premio Hot Corn Award dell’IFF-Integrazione Film Festival Bergamo per la migliore interpretazione va a Yasmine Kéfil per la sua interpretazione in Sur la tombe de mon père di Jawahine Zentar. Nel ruolo di Maïne ci ha portato dentro la storia con un’intensità e una potenza di sguardo incredibile, tanto che mai, nemmeno per un secondo di film, abbiamo dubitato che lei non fosse davvero Maïne. Una prova d’attrice davvero notevole.
Zoo
di Tariq Rimawi
MENZIONE SPECIALE GIURIA CORTOMETRAGGI
(Giordania, 8’) In un’epoca segnata da contraddizioni e repentini capovolgimenti, le opere d’arte che riescono a narrare la nostra essenza e le nostre esperienze quotidiane assumono un valore inestimabile. Spesso, la piena consapevolezza di chi siamo e di ciò che viviamo sfugge alla nostra percezione. Il cortometraggio “Zoo” emerge come un formidabile faro in questo mare di confusione, ponendosi come un acuto osservatore di dinamiche sociali che si svolgono sotto i nostri occhi, ma che raramente affrontiamo direttamente.
A TROPICAL BOY
di Lee Jihyeong
PREMIO DEL PUBBLICO
(Corea, 29’55”)