un lungo e difficile gioco di pazienza, recita la spiegazione della metafora/logo (il puzzle) individuata dalla “Commissione per le politiche di integrazione degli immigrati” (istituita dal Decreto Legislativo n. 286 del 25 Luglio 1998 “Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e la condizione dello straniero” – art. 46), che ulteriormente specifica: “L’integrazione ha due dimensioni: l’integrità della persona e l’interazione positiva. Questi due aspetti sono strettamente legati fra loro, poiché la pacifica convivenza richiede che nessun gruppo viva l’altro come fonte di comportamenti nocivi per la propria integrità. “
…un processo biunivoco che coinvolge la società d’accoglienza e i cittadini stranieri e che – nella consapevolezza reciproca di obblighi e diritti di ambo le parti – conduce alla piena partecipazione da parte dell’immigrato alla vita sociale, economica, culturale e civile della società d’accoglienza e all’accesso ai beni e servizi, a pari titolo e con pari dignità rispetto agli altri cittadini. (tratto da “Glossario dell’immigrazione” – Ministero del Welfare)
…intesa come processo finalizzato a promuovere la convivenza dei cittadini italiani e di quelli stranieri legalmente soggiornanti nel territorio nazionale, nel rispetto dei valori sanciti dalla Costituzione italiana, si fonda sul reciproco impegno a partecipare alla vita economica, sociale e culturale della società. (tratto da ACCORDO DI INTEGRAZIONE, istituito dall’articolo 4 bis del Dlgs 286/1998 “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”).
…dal punto di vista etimologico designa il fatto di stabilire delle interdipendenze strette tra le diverse parti di un insieme; significa l’interdipendenza tra le parti di un essere vivente e tra i membri di una società.
…indica la capacità di confrontare e di scambiare – in una posizione di parità e di partecipazione – valori, norme, modelli di comportamento, sia da parte dell’immigrato che da parte della società ospitante.
…è quel processo graduale col quale i nuovi residenti diventano dei partecipanti attivi alla vita economica, sociale, civica, culturale e spirituale del paese d’immigrazione.
implica la mescolanza delle culture ed esclude la giustapposizione: l’aspetto interrelazionale è essenziale… L’interdipendenza, il confronto, lo scambio, la posizione di parità caratterizzano dunque il modello socioculturale dell’integrazione.
…non è un’assimilazione, che induce a sopprimere o a dimenticare la propria identità culturale. Il contatto con l’altro porta piuttosto a scoprirne il “segreto”, ad aprirsi a lui per accoglierne gli aspetti validi e contribuire così ad una maggior conoscenza reciproca. È un processo prolungato che mira a formare società e culture, rendendole sempre più riflesso dei multiformi doni di Dio agli uomini. (dal Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018)